lunedì 16 marzo 2009

Determinazione





"Basta un minimo frammento della tua esistenza per sentirsi realizzato"




Quando la sveglia suona, mi rendo a malapena conto del posto in cui mi trovo a dormire. Il cruccone cinquantenne che per cinque ore me lo sono sopportato al mio fianco me lo fa penosamente ricordare. Il mal di testa micidiale che mi ha fatto crollare a letto pare che sia solo un ricordo... fortuna, stazionare a 3300 metri di altezza quando i giorni prima te ne stavi 3000 più in basso porta spesso a questi inconvenienti. Guardo il cellulare, sono le quattro meno un quarto di una mattina di fine agosto, e avrei scoperto poco più tardi che la temperatura esterna era di poco sotto lo zero.
Dio che notte di merda, mi giro dall'altra parte, sveglio il mio compagno "è ora di agire, facciamo sto cazzo di Nador" gli dico.
Son carico, nonostante la pazzesca fatica dei 1500 metri di dislivello a piedi per arrivare fin qui il giorno prima, e i restanti mille da fare, sono carico.
esco dal mio sacco letto, mi cambio penosamente, infilo imbrago e tutto, scendo, colazia miserissima e siam pronti.
appena fuori dal rifugio il freddo si fa subito sentire, almeno la giornata ci regala subito un cielo stellato.
passiamo agevolmente le roccette iniziali, illuminate dalla luce delle nostre frontali, ed ecco, al momento di calzare i ramponi e legarsi in cordata per immettersi nel ghiacciaio, che arriva il vento, maledetto vento che ti taglia la faccia. Un tizio scivola su una placca ghiacciata e subito mi investe mentre cerco di legarmi al compagno. cristo cominciamo bene, già le mani ce le ho congelate.
Sistemiamo tutto, infilo i guanti e scendiamo sul ghiaciaio crepacciato, puntando ad est verso il ripido promontorio che ci lancerà direttamente sulla cresta nord-est del Nadelhorn. E già comincio ad avere i primi presentimenti una volta raggiunta. E non mi sarei certo sbagliato. Come usciamo sulla cresta il vento ci investe con una potenza inaudita, una cazzo di bufera che ci soffia lateralmente ad oltre 100 km orari, e questa cresta, lunghissima.
Al primo violento colpo vengo sbalzato e subito mi accascio puntando la picozza, ne approfitto, riprendo fiato, sono stanchissimo comincio ad avere i miei dubbi sulla riuscita. Il mio amico mi urla che abbiamo oltrepassato la quota di 4000 metri, cazzo, siamo in ballo da quattro ore e abbiamo ancora 300 metri di dislivello da percorrere. Conto i passi, dieci dodici, poi la fermata è d'obbligo. la corda che mi lega al compagno si tende, tenta quasi di trascinarmi lei su, mi spinge a non mollare, ma una salita del genere comincia a rilevarsi disumana in quelle condizioni per me.
Un'altra folata e di nuovo mi ritrovo con la faccia nella neve. Comincio a pensare che ce la farò a volar giù dalla cresta prima o poi, ormai mi sento più Cristo sulla via crucis. "Frenc, basta, io rinuncio! torniamo giù" urlo al mio amico pochi metri davanti. "Manca poco Liuk, si vede la vetta" mi risponde "Grazie amico per la solidarietà" penso tra me e me, con disapprovazione. "Ok, devo bere un attimo poi ci sono"
E finalmente il vento cala, ma gli ultimi metri sono terribili, un canalino imprevisto di neve con pendenze sui 50°, breve, ma con un dirupo al fianco che fa ben pensare di non mollare la concentrazione proprio sul finale, ci fa rendere conto che forse ci siam presi pure la variante per la vetta. Ma poi è fatta, un paio di roccette e la croce "La croce cazzo, è li a due metri da noi "è fatta Frenc, Abbiam fatto sto cazzo di Nador!"
E' un momento brevissimo, non faccio neanche in tempo a toccarla sta croce che il mio amico, non si sa come cazzo abbia fatto, osserva impotente uno dei suoi ramponi rotolare giù per i cinquecento metri del versante nord della montagna. " Liuk, qua è un casino, il rampone è andato" mi guarda incredulo "Ti faccio delle assicurazioni per scendere il canalino" Gli rispondo. Sono in trance, in un misto di stanchezza, felicità ed esaltazione quasi non mi rendo neanche conto della situazione in cui ci siamo messi.
Scendiamo subito, neanche la foto di rito, neanche il tempo di guardarsi il panorama mozzafiato, nemmeno quello di togliersi lo sfizio di fumarsi la paglia più alta che abbia mai potuto fumare. Il tutto è durato meno di due minuti.
2500 metri di dislivello per oltre dieci ore passate a salire, con i pensieri, i dubbi e la fatica mi hanno portato a pensare a che cazzo te lo fa fare tutto questo. Due minuti appena mi han fatto subito capire che di momenti come questi ne vivrò sicuramente altri.
Perchè in quei due minuti c'è dentro tutto. Rabbia, gioia, desiderio, emozione. E il mondo ti comincia a girare nel verso giusto.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Berlusconi presidente.
Ceci Ignorante